
967 a.C - Il Terrapienamento
Piazza Fontana, deve la sua conformazione attuale ad un intervento ingegneristico di fondamentale importanza avvenuto nel 967 d.C. Fu l’imperatore bizantino Nicefaro Foca ad ordinare la colmata di un’area paludosa, dando vita ad una nuova estensione urbana e gettando le basi per quella che sarebbe divenuta la caratteristica forma triangolare della piazza.
Questa opera, oltre a rappresentare una significativa trasformazione del paesaggio urbano, segnò un momento cruciale nella storia della città. Sulle rovine di un passato glorioso, sorse un nuovo centro vitale, un palcoscenico sul quale si sarebbero succedute, nel corso dei secoli, diverse scenografie. Il Ponte, la Cittadella, la Fontana, la Dogana del pesce, la Torre dell'orologio: ognuna di queste strutture ha lasciato un'impronta indelebile sull'identità di Taranto, raccontandoci, con la sua nascita, il suo declino e la sua rinascita, le vicende storiche della città.
Ma lo sfondo di questo palcoscenico, e al tempo stesso il vero protagonista, è sempre stato il mare. I due mari che abbracciano Taranto hanno plasmato il suo destino militare, offrendo un riparo sicuro alle flotte e, al contempo, esponendola alle minacce provenienti dal mare. Tuttavia, il mare non è stato solo un elemento di divisione e di difesa, ma anche un fattore di unione e di prosperità. Ha mitigato il senso di claustrofobia indotto dalle mura cittadine, consentendo alla popolazione di godere di spazi aperti e di una vista panoramica. Inoltre, le ricche risorse ittiche hanno costituito per secoli la base dell'economia tarentina, favorendone lo sviluppo e il benessere.
Il terrapienamento di Piazza Fontana, dunque, non fu solo un'opera di ingegneria, ma un intervento che segnò una svolta nella storia urbana di Taranto, definendone l'assetto urbanistico e influenzandone profondamente l'economia e la cultura. La piazza, nata dalle ceneri del passato, divenne il cuore pulsante della città, il luogo dove si svolgeva la vita pubblica, si scambiavano le merci e si celebravano le feste.