Nome: Principessa
Modello: Grand Soleil 343
Tipologia: crociera/regata
Anno di progettazione: 1985
Periodo di costruzione: dal 1985 al 1998
Anno costruzione: 1990
Cantiere: Cantiere del Pardo Città: Forlì
Nazione: Italia
Fondatore del cantiere: Giuseppe Giuliani Ricci
Anno di fondazione; 1973
Progettista: Alain Jezequel
Armo: sloop intero
Materiale scafo: vetroresina
Tipo di chiglia: fissa a lama
Cabine: 1
Posti letto: 7
Bagni: 1
Motorizzazione: Volvo Penta bicilindrico 18 HP
Riserva acqua: 220 l
Riserva gasolio: 90 l
Lunghezza fuori tutto: 10,40 m
Lunghezza al galleggiamento: 8,75 m
Baglio max: 3,42 m
Pescaggio: 1,80 m
Dislocamento: 4.650 Kg
Zavorra: 1,750 Kg
Superficie velica base: 62,40 mq
Randa: 22,00 mq
Genoa: 40,40 mq
Spinnaker: 94,00 mq
Il patron del cantiere Giuliani scelse Grand Soleil come nome per le sue barche, affinché rispecchiasse il clima generale di fiducia che si respirava in Italia e altrove agli inizi degli anni '70 e riportasse all'idea di allegria e gioia della vita
Gli inizi: la Nuova Sailboats, Carter e Gardini
Giuseppe Giuliani Ricci iniziò la sua avventura nell'imprenditoria nautica nel 1970 allorquando il suo amico Raul Gardini, gli concedette un prestito grazie al quale poté rilevare i cantieri Sailboats di Crespellano, nei pressi di Bologna, all'epoca in liquidazione.
La Nuova Sailboats cominciò la sua attività realizzando, in vetroresina, un disegno di Dick Carter: il New Optimist.
Si trattava di un 37 piedi veloce che poteva essere armato opzionalmente a sloop o a cutter, basato sul progetto originale "Optimist" con scafo in acciaio che vinse consecutivamente le edizioni 1967 e 1968 della One Ton Cup timonata dal tedesco Hans Beilken. L'Optimist era a sua volta un'evoluzione progettuale di "Tina", anch'essa con scafo in acciaio, al comando della quale Carter aveva trionfato nella One Ton Cup del 1966, all'epoca alla seconda edizione della classe 22 piedi con regolamento RORC (Royal Ocean Racing Club).
Giuliani costruì per lo stesso Gardini la prima barca d'altura di cui questi fu armatore: il New Optimist "Naso Blu".
Il primo progetto originale del nuovo cantiere, commissionato e costruito direttamente per Gardini, fu quello di Orca 43, uno sloop di 13 metri dal ponte piattissimo. Si trattava di un altro disegno di Dick Carter che diventò in seguito il prototipo di una piccola serie fortunata e diffusa sulle coste italiane. Con Orca 43 Raul vinse il campionato del Mediterraneo, le regate di Porto Cervo e ottenne un ottimo risultato alla Middle Sea Race del '72, trofeo che riuscirà a vincere in tempo assoluto su Rumegal, un 52 piedi IOR disegnato dal progettista argentino German Frers e costruito dai Cantieri Carlini di Rimini.
Un nome radioso: Grand Soleil
Il 1972 fu un anno cruciale per la storia del cantiere. Il clima generale di fiducia che si respirava in quel periodo in Italia e altrove era stimolato da un'economia in ascesa. La passione per la nautica incominciava a diffondersi tra gli italiani che cercavano un mezzo facile da condurre, spazioso e che avesse uno stile che potesse distinguere il suo armatore.
Giuliani cercava un nome per il suo prossimo progetto, qualcosa che rispecchiasse quel periodo felice e riportasse alla gioia della vita, all'allegria: Grand Soleil, una geniale intuizione che darà vita a un marchio duraturo e internazionalmente riconosciuto. Affidandosi alla innovativa e sapiente matita di Jean Marie Finot in quel 1972 iniziò la produzione del Grand Soleil 34, uno sloop di 10,20 m, il capostipite di una numerosa discendenza. Sarà un enorme successo e per diversi anni, al Salone Nautico di Genova, si registrò il sold-out dell'intera produzione stagionale.
Due storiche novità: Del Pardo e
Jezequel
Nel 1973 Giuliani decise di dare un nuovo nome all'azienda, un nome che apportasse eleganza, una sfumatura romantica e che sapesse di storia: in quell'anno nacque ufficialmente il Cantiere del Pardo che ancora oggi è uno dei maggiori produttori italiani di barche a vela.
All'inizio degli anni '80 inizia un lungo e fortunato sodalizio con il progettista francese, naturalizzato italiano, Alain Jezequel, probabilmente il primo progettista a riuscire a unire le linee delle barche da regata a soluzioni perfette per la crociera, in un momento nel quale i cantieri sperimentavano le prime vere forme di industrializzazione.
Jezequel firmerà i Grand Soleil 35, 39 (che suggellerà il successo del cantiere), il primo 46 e il
343, altro riuscitissimo modello.
Nel 1993 il Cantiere del Pardo trasferì la sede a Forlì dove opera ancora oggi.
Grand Soleil 343
Nel 1985 vide la luce il Grand Soleil 343 che riscosse da subito un notevole interesse tra gli armatori e tra la stampa internazionale acquisendo la definizione di "piccola grande barca", grazie ad un’architettura navale generalmente scelta per scafi di maggiori dimensioni, implementata in un modello di 34 piedi.
Quando fu presentata come barca da crociera e da regata, era di fatto la più piccola della serie dei Grand Soleil.
Jezequel aveva realizzato una barca elegante, comoda, perfetta per la crociera, con volumi di poppa importanti tipici delle barche francesi e con interni molto spaziosi, ma allo stesso tempo veloce, divertente e competitiva se condotta in regata. Una cruiser/racer perfettamente bilanciato senza esasperazione verso l’una o l’altra caratteristica.
Il Grand Soleil 343 è diventato in effetti uno dei classici intramontabili tra le barche da dieci metri ed è stata prodotta fino al 1998.
Il 343 è costruito in vetroresina con scafo monolitico, coperta in sandwich di balsa e bulbo in ghisa. La struttura, costituita da correnti e madieri, è controstampata.
La barca ha il pozzetto grande e libero dato che il timone è a barra, cosa molto apprezzata dai velisti puri. La coperta è sgombra e assai godibile, con la tuga bassa, stretta e lunga sottolineata da una fascia blu. L’armo è in testa d’albero, con quest’ultimo poggiato in coperta, la pala del timone è protetta da skeg.
Il teak dà l’impronta agli interni, ben realizzati e rifiniti, costituiti da una cabina prodiera, grande dinette con divani contrapposti, angolo cucina ottimamente dimensionato e organizzato, grande tavolo da carteggio, cabina con cuccetta matrimoniale di poppa a sinistra e bagno a dritta. La motorizzazione entrobordo di serie prevede un Volvo Penta bicilindrico da HP 18, che consentiva una velocità di 7 nodi; spesso si trova montato anche il 25 HP. La trasmissione è con il sail-drive.
È stata prodotta fino al 1998.
Bernard Moitessier
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